Cosa hanno in comune la lucertola, gli antichi romani e la puttanesca? Ebbene sì, è proprio questa pianta, tra le più tipiche della macchia mediterranea;
il cappero trova terreno propizio nelle splendide ed infuocate isole minori della Mediterraneo, dove cresce fin dai tempi più antichi, con il suo sapore inconfondibile, intenso e aromatico. Ha una diffusione che va dalla Spagna all’Egitto, dal sud della Francia all’isola di Cipro o alle coste del Mar Nero. Generalmente questi “cuscini verdeggianti” sbucano da muretti a secco o da spaccature naturali della roccia, in terreni assolati e impervi, e addirittura sulle spiagge, sembra gradiscano assai, per consistenza e nutrimento, la malta degli antichi muri di costruzione romana. Questo è dovuto al fatto che gechi (Tarentola mauritanica) e lucertole (Podacris sicula) sono ghiotte degli essudati zuccherini del frutto. Ingeriscono anche i semi che passano indenni attraverso il loro apparato digestivo e sono espulsi con la defecazione. In questo modo le piante si propagano e si ritrovano nei posti più impensabili. Grandezza di madre natura!
Ha un apparato radicale molto profondo e resiste molto bene agli stress idrici e salini. Per questo in Turchia viene utilizzata anche per il recupero di terreni degradati e aridi, a rischio erosione.
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Il fiore è molto appariscente, e comunque, molto elegante, alcuni la chiamano, giustamente, “Orchidea del Mediterraneo”. Quattro petali bianchi, con sfumature rosa e lunghi stami viola… Un vero peccato raccogliere i boccioli e non farli sbocciare tutti!