Così Fortunato Depero rievocava in un articolo del 1919, dedicato al «Teatro plastico», quella magica estate del 1917, trascorsa a Capri ospite di Clavel.
Giunto a Roma alla fine del 1913, poco più che ventenne, Depero era entrato in contatto con i futuristi e nel 1915 aveva pubblicato con Giacomo Balla il manifesto intitolato Ricostruzione futurista dell’Universo , nel quale i due firmatari, che si dichiaravano «astrattisti futuristi», affermavano di voler «ricostruire l’universo rallegrandolo». Sempre nella capitale, all’inizio del 1917, avviene l’incontro con il poeta, scrittore, egittologo ed esoterista svizzero Clavel, più grande di Depero di una decina d’anni. Il giovane artista stava lavorando alla realizzazione delle scenografie e dei costumi per un balletto su musiche di Strawinsky commissionatogli da Sergej Diaghilev, l’impresario dei Ballets Russes, da rappresentarsi in primavera a Parigi, ma che poi non andrà in scena. Grazie al segretario di Diaghilev, comunque, Depero conosce Clavel: «Semenoff conduce nel mio studio un suo amico: un signore piccolo, gobbo, con un naso rettilineo come uno squadretto, con denti d’oro e scarpette femminili, dalle risate vitree e nasali. Un uomo di nervi e di volontà, dotato d’una cultura superiore… Entra nel mio studio e rimane sorpreso. Si trova inaspettatamente nel mondo dei suoi sogni. Mi dice che sta scrivendo una novella che si svolge in un’isola coperta da una flora irreale di cristallo dai colori incantevoli e cangianti, di uno stile meccanizzato sulla quale si svolge una vita chimerica. Appena vede il bozzetto dello scenario plastico che creai per i Balletti russi, rimane colpito e pensoso. È l’isola fiorita del suo sogno che ritrova costruita e a portata di mano. Così ci conosciamo e diventiamo amici. Dopo pochi giorni la nostra comprensione diventa fraterna e profonda, e mi invita suo ospite a Capri». Clavel soffriva di malattie polmonari e perciò passava gran parte dell’anno in Italia, sia sulla costiera amalfitana, dove a Positano abitava in una torre normanna, la Torre del Furnillo, che a Capri, a villa La Saida, nelle alture di Anacapri. Invitato dunque con la moglie Rosetta, Depero resta nell’isola, in una casa affittata da Clavel, dalla primavera all’autunno del 1917. La guerra che sta sconvolgendo l’Europa non è che un’eco lontana. In settembre Depero tiene perfino una personale allestita in una sala del Caffé Morgano, presentando numerosi lavori di ispirazione caprese, diversi ritratti di Clavel e alcuni studi che preludono ai Balli Plastici. Sempre durante questi mesi estivi, Depero ha l’opportunità di cimentarsi nella grafica, illustrando la novella di Clavel intitolata Un istituto per suicidi, una prova che si rivelerà importante quando in futuro si dedicherà alla grafica pubblicitaria. Il soggiorno caprese rappresenta dunque un’esperienza fondamentale per tutta la successiva attività di Depero.