Profumo di terra bagnata, di mirto, di finocchio selvatico, a passeggio tra le pinete delle zone alte, una leggera nebbiolina invade il bosco e, guardando a terra, lì dove eri passato dieci minuti prima…una colorata sorpresa: tra le foglie cadute e gli aghi di pino, fa bella mostra di sè un giallo ombrellino…
L’autunno è una stagione fondamentale per la natura, importante come e forse anche più della primavera. Le piogge rigenerano e rinvigoriscono la vegetazione provata dal caldo e dalla siccità estiva, il sole più tiepido scalda nutrendo le piante spontanee che daranno frutto in inverno, il vento diffonde i profumi della pineta… la terra umida diventa fertile e generosa, in pochi giorni compaiono tra le foglie cadute questi bei funghi giallastri.
Dalle nostre parti è molto diffuso un tipo di fungo in particolare, lo si trova principalmente in prossimità di quei pini che, pur non facendo parte della vegetazione originaria dell’isola di Capri, si sono così bene ambientati da ricambiare “l’ospitalità” dei boschi delle zone alte dell’isola, favorendo la crescita di questo bel tipo di fungo giallastro che allieta il palato degli esperti di cucina e della natura caprese.
Sia ben chiaro, i funghi e l’albero sono entità assolutamente indipendenti tra loro, però si aiutano a vicenda scambiandosi, sotto terra, materie organiche ed elementi nutritivi come zuccheri, proteine e vitamine, grazie al collegamento tra le radici del fungo con quelle dell’albero…. praticamente una sorta di reticolato sotterraneo che mette a disposizione e in condivisione tutto il nutrimento necessario ad entrambi.
In generale il fungo è un prodigio della natura, un vero e proprio filtro dell’aria e del terreno, infatti risente ed elabora eventuali sostanze presenti nel terreno, grazie alle ife, le sue “radici”, che si estendono nel terreno circostante anche per qualche metro.
Secondo alcune credenze si afferma che i funghi crescano in una sola notte, oppure che quelli si trovano in cerchio siano generati da danze notturne di streghe o gnomi… il cosiddetto cerchio delle streghe.
Nell’antica Grecia era considerato simbolo di vita. Narra la legenda che l’eroe Perseo, stanco e assetato dopo un lungo viaggio, saziò la sua seta con l’acqua raccolta nel cappello di un fungo, e decise così di fondare una città in quel punto che prendesse il nome dal fungo (mykès in greco), nacque così la famosa città di Micene.
Invece a Roma i funghi (da latino funus=morte e ago=porto) presero una duplice funzione: di prelibatezza alimentare, ma allo stesso tempo di portatore di morte (in questo caso riferito chiaramente alle proprietà dannose dei funghi velenosi)
Fortunatamente nei secoli abbiamo imparato a riconoscere ed apprezzare questi portenti della natura, ma raccomandiamo sempre il massimo rispetto per l’ambiente in cui si trovano e le modalità di raccolta.