Il diavolo delle ciliegie

Vi è mai capitato di sentir parlare o nominare, nei racconti degli anziani, quasi con tono di minaccia e mistero…. del famigerato “riàvul’ r’e cceràs” (il diavolo delle ciliegie)?

Ci si potrebbe immaginare riti satanici a base di marmellata o danze orgiastiche notturne attorno ad alberi di ciliegie o amarene selvatiche…. e se volete che sia così… viva la fantasia!

Al povero "diavolo", sprovvisto di ali, tocca fare lunghe camminate per procurarsi un bel po' di legno da mangiare...

Al povero “diavolo”, sprovvisto di ali, tocca fare lunghe camminate per procurarsi un bel po’ di legno da mangiare…

Qui si tratta di un coleottero austero e riservato, tipico dei mesi estivi (da qui la sua associazione con le ciliegie) che la saggezza e praticità popolare ha incoronato con la denominazione di “diavolo”, per le sue fattezze soprattutto le lunghe antenne che sembrano corna e per il suo colore.

Il diavolo delle ciliegie fa parte, tanto per la precisione, di una piccola tribù (ebbene sì, è simpatica come cosa, ma scientificamente si definisce così…), i Phrissomini, di coleotteri diffusa soprattutto in Africa, ma con qualche specie anche nel bacino del Mediterraneo – appunto – ed in Asia. E secondo voi rispetto al nome scientifico di Morimus asper… non è più affascinante farsi chiamare “Diavolo delle ciliegie”?

Il Morimus Asper, detto "diavolo delle ciliegie" si incontra più facilmente nei mesi di maggio e giugno

Il Morimus Asper, detto “diavolo delle ciliegie” si incontra più facilmente nei mesi di maggio e giugno

La sua caratteristica principale è quella di non avere le ali, a differenza del suo lontano parente Scarabeo rinoceronte (la nostra affezionatisima “Vaccarella di San Giovanni”)…. a volte il destino è veramente crudele…. la vaccarella è fornita di ali, ma le usa raramente vista la sua mole, mentre il “diavoletto” nostro, che ne avrebbe così bisogno e ha anche il “fisico” per permettersele… nasce e cresce con la schiena saldata come uno scudo di un guerriero; da qui spiegato il suo incedere lento, quasi sofferente sotto i primi calori estivi – lo stesso periodo di diffusione della vaccarella, il periodo, appunto, delle ciliegie.

Quindi lo si vede trotterellare fiero e malinconico sui sentieri o lo si può cercare sugli alberi; è infatti un rodilegno, si nutre di legno morto e non è in nessun modo dannoso per gli alberi vivi. Infatti non costituisce una minaccia per i frutteti o le case.

inoltre un’altra simpatica curiosità, sembra emettere un suono che, per tonalità e frequenza, ricorda l’ansimare umano (probabilmente un meccanismo di autodifesa, per spaventare i predatori).

Insomma non proprio un simpaticone, in realtà, ma tant’è…. anche questo brontolone fa parte della grande famiglia della fauna caprese

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