L’insalata caprese originale

L’insalata caprese è conosciuta dovunque come quel mix di sapori e colori che più di tanti altri piatti richiama l’Italia. Eppure quella prelibatezza a base di pomodori, mozzarella e basilico non è la vera insalata tipica di Capri….Diciamo che si tratta di un piatto di origine relativamente recente, anche se nobile. Il suo creatore, pare, sia stato quel Filippo Tommaso Marinetti che, con l’ideale futurista, volle ribaltare tutti i canoni dell’arte e anche della cucina. Si dice che nei suoi frequenti soggiorni capresi, negli anni 20, trovò in questo piatto, presente nei menù di alcuni ristoranti e alberghi, una perfetta corrispondenza dei suoi ideali e lo elesse ambasciatore della cucina caprese in Italia e nel mondo.

insalata-campagnola-con-erbe-selvaticheC’è da dire che, in realtà, un’insalata caprese, meno rinomata e meno pesante (perchè bisogna dirlo, l’unione dei grassi della mozzarella con l’acidità del pomodoro, si possono piazzare sullo stomaco facilmente…) ma forse anche più saporita, esiste da tempo immemore e fa parte della nostra vastissima tradizione contadina.

Antiche sagge massaie, dalla primavera fino alla fine dell’estate, passeggiando per sentieri e macchie (schiappe, diciamo noi) sapevano riconoscere decine e decine di erbe. Individuavano in mezzo a quelli che noi diremmo genericamente “prati incolti”, le migliori foglie per creare delle insalate dal sapore unico e dalle efficaci proprietà curative.

Di seguito solo alcune delle più famose:

PuchiacchielloIl Puchiacchiello o Portulaca oleracea; il nome botanico latino significa ‘piccola porta’ per il modo con cui si aprono le capsule. Gli Arabi nel Medioevo l’hanno denominata baqla hamqa, che significa ‘pianta pazza’ o ‘pazzesca’ a causa del modo in cui i rami si estendono per terra senza alcun controllo.

Di probabili origini asiatiche, nell’antico Egitto era già utilizzata come pianta medicinale, mentre era coltivata durante il Medio Evo nei Paesi Arabi e nel Bacino del Mediterraneo. Nelle regioni dell’Italia meridionale la portulaca, raccolta negli orti come spontanea, veniva venduta alla rinfusa da ambulanti durante gli anni ’50 – ’60. Infatti nella cucina napoletana era raccolta insieme alla rucola selvatica. Rucola e pucchiacchella erano un binomio quasi inscindibile tra gli ingredienti dell’insalata.

portulaca01Le foglie crude (e i germogli), carnosette e dal sapore acidulo, si consumano in insalate; sono utilizzate per preparare minestre saporite e rinfrescanti e si possono conservare sottaceto. Entrano anche come ingredienti di frittate e ripieni.

Al consumo della portulaca sono ascritte proprietà depurative, dissetanti e diuretiche e antidiabetiche. Usata per curare diarrea, vomito, enterite acuta, emorroidi ed emorragie post-partum. Negli ultimi anni sono state scoperte notevoli proprietà nutritive e medicinali: è una fonte vegetale di acidi grassi del tipo omega-3 di cui contiene modeste quantità.

I germogli di borragine si consumano crudi in insalata

I germogli di borragine si consumano crudi in insalata

La Verraccia o borragine; la pianta è probabilmente originaria dell’Oriente, ma è diffusa in gran parte dell’Europa. Viene coltivata in tutte le regioni temperate del globo. Il nome deriverebbe dal latino borra (tessuto di lana ruvida), per la peluria che ricopre le foglie.

Le foglie si consumano cotte come ripieno di ravioli o sul risotto, oppure, precedentemente sbollentate per eliminare la peluria, fritte in pastella

Le foglie si consumano cotte come ripieno di ravioli o sul risotto, oppure, precedentemente sbollentate per eliminare la peluria, fritte in pastella

Si usa tutta la pianta: le foglie più tenere si raccolgono prima della fioritura e si mangiano lessate e condite, oppure crude in insalata o ancora usate in risotti, ravioli, farinate o frittate oppure le più grandi intere impanate e fritte. I fiori di borragine si raccolgono insieme ai nuovi germogli e vengono impiegati crudi per insalate miste o per decorare i piatti.

Rucola selvatica o rughetta; nome scientifico “Diplotaxis muralis”, è una pianta erbacea annuale che raggiunge l’altezza di 50 cm, cresce spontanea nei campi dell’Italia centrale e meridionale.

Il profumo pungente della rughetta aggiunge aroma a insalate verdi o di pomodoro

Il profumo pungente della rughetta aggiunge aroma a insalate verdi o di pomodoro

Le foglie sono di colore verde intenso con foglie di forma lanceolata e i fiori sono giallo pallido. Si diferenzia dalla rucola coltivata sia per la forma e il colore delle foglie, che nel secondo caso sono più tondeggianti e di un verde più tenue, sia per il sapore che nelal rucola selvatica è più pungente e amarognolo. Non necessita di particolari accorgimenti e cresce bene in pieno sole o leggera ombra, al riparo dal vento, in qualsiasi tipo di terreno, meglio se calcareo ed arido (più il terreno è arido, più è saporita) perchè è sensibile ai ristagni d’acqua. Come alimento, le foglie di rucola si consumano crude in insalata.

Dal punto di vista salutistico, poi, è una bomba di energia; infatti contiene vitamina C che stimola il sistema immunitario e discrete quantità di betacarotene (anticancerogena, utile alla vista, alla pelle…). Contiene sali minerali come il ferro (antianemico), il calcio  e il magnesio, utili per la salute delle ossa, ma anche potassio e fibre. Insieme alla vitamina C, contiene ben 110 mg di vitamina C in 100 gr come i broccoli, e più del succo di limone che ne contiene 50 mg, ha fra i suoi componenti anche la K, la A, la B5 e l’acido folico. E’ importante ricordare che la vitamina C aumenta l’assorbimento del ferro e qui ci sono entrambi, in buone quantità.
Per le perennemente a dieta: la rucola fornisce 30 calorie per 100 grammi!!!

Queste sono solo alcune delle erbe che la nostra terra ci dona e chissà quante altre ne potreste citare. L’importante è che le nuove generazioni stanno riscoprendo questo tipo di alimenti e soprattutto stanno sviluppando un’attenzione particolare all’ambiente naturale che solo in un contesto incontaminato può favorire la crescita di queste bontà.

Insomma con un’insalata così, l’effetto è quello della pozione magica di Asterix!

 

 

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