…Qui delle divertite passioni per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l’odore dei limoni… tratto da I limoni di Eugenio Montale
Come le rime scaturite dall’animo sensibile di un poeta, così si inebriano tutti i sensi quando si prende in mano e si taglia un bel limone in un giardino terrazzato tra Capri, Sorrento e la costiera amalfitana.
Questo frutto, che ormai è diventato simbolo della zona che partendo da Amalfi, percorre la penisola sorrentina fino alla sua naturale propaggine e limite, cioè l’isola di Capri, ha una storia e una varietà di utilizzi che ha ben pochi rivali tra i prodotti che compongono il caleidoscopio di sapori e ingredienti della cucina campana.
La storia

Originaio dell’India e del sud-est asiatico il limone ha trovato nel su Italia il clima ideale per diventare un simbolo della flora mediterranea
Il Limone, secondo alcuni studiosi è un ibrido naturale tra il cedro (Citrus medica) e il lime (Citrus aurantifolia). I fiori, dolcemente profumati, sono prodotti praticamente tutto l’anno. Il
bordo dei petali è violetto. I frutti sono ovali oppure oblunghi. Normalmente la buccia è gialla, ma ci sono varietà variegate di verde o di bianco: ricca di olii essenziali, può essere più o meno sottile: la polpa è divisa in otto-dieci spicchi; generalmente è molto aspra e succosa: molte varietà sono prive di semi.
La fioritura avviene in primavera, con la produzione del frutto invernale, e in settembre, da cui derivano i cosiddetti verdelli (che maturano nell’estate seguente). Il limone è piuttosto sensibile al freddo e perde completamente le foglie a temperature di -4/-5°C; i fiori e i frutti, invece, sopportano temperature fino a -2°C, non ha invece bisogno di temperature estive molto elevate per la maturazione dei frutti. Le piante sono sensibili anche al vento.
In periodi prolungati di siccità è necessaria l’irrigazione. Cresce bene anche in terreni poveri.
A differenza di altri agrumi, i limoni possono maturare anche una volta staccati dalla pianta. Spesso vengono staccati, manipolati e spediti ancora verdi, quindi trattati in seguito per farli maturare: per questo motivo non è consigliabile utilizzare le bucce dei frutti, a meno che non provengano da colture biologiche.
Dal persiano “Limu”, frutto simbolo del calore e del sole, il Limone evoca nella mente paesaggi assolati tipicamente mediterranei e le tipiche “limonaie”, in realtà il limone ha origini asiatiche, proviene infatti dall’India e dall’Indocina. Conosciuto sin dall’antichità (anche nelle civiltà mesopotamiche) per le sue proprietà antireumatiche e antisettiche era considerato un frutto
sacro nei paesi arabi e veniva impiegato come antidoto contro i veleni, come astringente contro le forme dissenteriche ed emorragiche e … per tenere lontano i demoni.
Alessandro Magno era solito consumare questo frutto durante le sue campagne di guerra nelle terre persiane, da qui l’appellativo di “mela persiana”. Gli antichi Egizi lo utilizzavano per imbalsamare le mummie e spesso lo riponevano nelle tombe.
I Greci lo utilizzavano a scopo ornamentale e usavano coltivare gli alberi di limone vicino agli ulivi per preservare questi ultimi da attacchi parassitari.
Sebbene si ritenesse che gli antichi Romani non conoscessero il Limone, la scoperta, nel corso di scavi archeologici nella zona di Pompei di una villa romana con affreschi alle pareti ritraenti piante di Limone, smentisce questa opinione e, del resto, anche Plinio il Vecchio parlò del limone nella sua “Naturalis Historia” e ne parlava, tra l’altro, come di un antidoto verso diversi veleni; forse per questo si ritiene che anche Nerone ne fosse un assiduo consumatore, ossessionato come era dal timore di un suo possibile avvelenamento.
In sud Italia il limone venne introdotto dagli Arabi intorno all’anno 1000, anche se, la coltivazione intensiva dei limoni iniziò solo nel XVII secolo e venne introdotta nel nord Italia solo intorno alla metà del XV secolo a Genova. Più o meno nello stesso periodo sono datate descrizioni sul succo di Limone per prevenire e curare lo scorbuto, malattia dovuta alla carenza prolungata di vitamina C, diffusa soprattutto tra i marinai costretti nei lunghi periodi in mare ad una alimentazione completamente priva di alimenti contenenti questa vitamina. E proprio grazie ai viaggi per mare il Limone venne “scoperto” anche dai paesi del nord Europa le cui navi arrivavano nel Mar Mediterraneo dove si rifornivano di limoni ed altri agrumi pagandoli a volte addirittura in oro e
rivendendoli poi nel nord dove venivano considerati merce molto pregiata ed utilizzati per scopo ornamentale; l’uso del Limone in cucina o per scopo terapeutico, nei paesi del nord, arrivò solo più tardi. Il limone è stato uno dei primi casi di esportazione intercontinentale tra Europa e America, ad opera di Cristoforo Colombo che, nel 1493, piantò i primi alberi di limone nell’isola
di Haiti.
La Leggenda
Nella mitologia greca ,Gea la dea Terra, per onorare le nozze tra Era e Zeus produsse degli alberi dai Pomi d’oro, emblema di fecondità e amore. Giove, nel timore di un loro possibile furto, decise di custodirli in un meraviglioso giardino, sorvegliato dalle Esperidi.
Il loro numero è incerto, pare comunque che fossero tre, Aretusa, Egle ed Espere, e che vivessero ai confini del mondo, ai piedi del cielo retto dal padre Atlante, in un giardino dove cresceva l’albero dai “pomi d’oro”, custodito dal drago Ladone, figlio di Tifone e Echidna.
Sembra che questi frutti dorati fossero limoni e altri agrumi; infatti ancora oggi col termine esperidi si fa riferimento agli oli essenziali ottenuti per estrazione da agrumi come il limone, il bergamotto, l’arancia, il mandarino, ecc.
Il Limone in cucina
In cucina questo frutto dà un grandissimo apporto sia ai piatti salati che ai dolci. Innanzitutto il celeberrimo limoncello (il liquore ricavato per infusione delle bucce in alcool) che – non ce ne vogliano gli amici sorrentini e amalfitani – diremo, in un impeto di campanilismo caprese, nato dalle sapienti mani della caprese Vincenza Canale che, fin dai primi del novecento, alleviava dalla calura estiva le gole rinsecchite di personaggi del calibro di Ignazio e Arturo Cerio, Fersen, Munthe, Krupp e tanti altri sfaccendati ricchi e famosi che frequentavano l’isola delle sirene.
Ma chi può dire di non aver mangiato una bella insalata di limone? Si prepara con quei bei limoni grossi, tipici – stavolta glielo dobbiamo – di Sorrento e dintorni con tanto ‘pane’ bianco che smorza l’asprezza della polpa gialla, conditi semplicemente con sale e olio.
Un altro modo di utilizzare il limone (derivato dalla cucina nordafricana) è quello di metterlo sotto sale – polpa e buccia – in un barattolo e condirvi, dopo un mesetto abbondante, olive bianche per un aperitivo o farcirvi una bella coscia di pollo prima della cottura.
Poi per quanto riguarda la pasticceria è lunghissima la lista delle torte a base di limone o di crema al limone…. una su tutte la delizia, al limone appunto, resa sublime – e con questa abbiamo accontentato tutti – dai sapienti pasticceri amalfitani.
Infine una tendenza degli ultimi anni, quella di consumare il succo di limone per le sue potenti funzioni salutistiche…. insomma se trovassimo il modo di utilizzare anche i semi, si potrebbe dire che di questo frutto non si butta via veramente niente.