Chi non ha mai sentito parlare di questa pianta? Misteriosa e affascinante al tempo stesso, ci si immaginava, da piccoli, quasi in un visione mistica, un serpente avvolgere con le sue spire il fusto ricco di frutti e divorarne le rosse infuocate bacche…
Si sa, la fantasia ci fa vedere la realtà in un modo diverso ed ecco che una semplice pianta da sottobosco tipica della fascia mediterranea diventa diabolico nutrimento.
Il pane dei serpenti è il nome popolare dell’Arum italicum o Gigaro chiaro, una pianta erbacea perenne, lontana parente della Calla, con cui si somiglia per le foglie e i fiori (che, uguali per forma a quelli della Calla, se ne differenziano per il colore verde pallido).
A livello botanico la sua particolarità è quella di emanare calore; ebbene sì, pare che questo fiore, che si apre sempre verso sud, abbia la capacità di immagazzinare calore all’interno del vaso
formato dal suo unico petalo e di rilasciarelo, poi, raggiungendo, nell’immediata prossimità del fiore, una temperatura superiore anche di 10 – 14° rispetto a quella ambientale (il pane dei serpenti sarebbe, quindi, una lente solare naturale!). Ecco quindi spiegata cneh l’origine del nome – “arum” – che in greco antico significa “calore”
Inoltre il fiore utilizza alcune sostanze zuccherine e un odore nauseabondo di putrefazione per attirare gli insetti e provocare l’impollinazione.
Per finire ecco la parte, per noi, più interessante: i frutti. il pane dei serpenti produce una sorta di pannocchia, le cui bacche fitte e compatte passano, durante la fase di maturazione dal colore verde al giallo e, infine, al rosso vivo.
Forse proprio queste caratteristiche cromatiche e di compattezza del frutto, hanno dato luogo, fin dall’antichità, alla credenza, sbagliata, che i frutti maturi fossero cibo prediletto di bisce e biacchi, serpenti tipici delle campagne, da qui il nome di “pane dei serpenti”. Inoltre le venivano riconosciuti poteri magici contro il malocchio…. e pensare che queste bacche sono anche velenose…. infatti sia il contatto che l’ingestione può portare spiacevoli conseguenze sugli animali, che se ne guardano bene dal cibarsi, e addirittura sull’uomo.
Insomma questa povera pianta ce le ha proprio tutte….puzzolente, velenosa, e “calorosa”… sto pane dei serpenti non deve essere per niente buono… ma sicuramente aggiunge un affascinante colpo di rosso vivo alla vivace tavolozza della macchia estiva mediterranea.