La pesca dei totani

Al tramonto cominciano i preparativi, ma è solo quando il mare da romantico diventa misterioso, scuro e silenzioso, al cospetto di quelle stellate che solo le notti mediterranee senza luna possono regalare, tra fantasie di costellazioni, miti e segni zodiacali, che i pescatori salpano i loro gozzi per l’antico rituale della pesca dei totani…

Certo il pescatore è persona che ama e rispetta la natura, ma non è che sia proprio un romanticone; il motivo vero per cui questi molluschi si pescano durante le notti senza – o con poca – luna, è spiegato dalla tecnica utilizzata.

totanara

L’esca si arrotola verso il basso, attorno all’asta centrale della totanara o spogna

L’attrezzatura di pesca è abbastanza semplice: lenza a mano (se si è in barca, altrimenti canna con lancio dell’esca a distanza) alla cui estremità è attaccata la totanara, detta volgarmente “spogna”, in genere di piombo e formata da un’asta principale dal cui capo partono a corona tanti aghi arcuati e rivolti verso l’alto (un ombrello nel verso contrario!) il cui scopo è infilzare il totano, che viene attirato nei paraggi dell’esca da una fonte luminosa posta sulla barca; anticamente la luce proveniva da un piccolo braciere sporgente nel quale venivano bruciate pigne e legni secchi, in seguito sostituito da lampade ad acetilene, a vapori di benzina, petrolio e la famosa “lampàra”.

Prima di arrivare alla luce elettrica, i pescatori nei decenni hanno usato bracieri di legno, acetilene e petrolio

Prima di arrivare alla luce elettrica, i pescatori nei decenni hanno usato bracieri di legno, acetilene e petrolio

Questa luce, rivolta verso l’acqua, attira più facilmente i totani in zona!

Sarà forse per questo che in dialetto si definisce “totano” anzi “tòtaro” una persona credulona e un po’ sprovveduta? Però c’è da dire che se è vero che il totano “è proprio nu tòtar”, se ci fosse una bella luna piena stampata nel cielo, di certo vi farebbe un bel pernacchio con la mano che non ha, a voi e alla lampara…

Per rendere i bocconcino più gradito si usa la cosiddetta “pacchetella” ovvero un’esca costituita da un piccolo filetto di totano o altro pesce pulito e bianco, legato attorno all’asta della totanara, in modo tale da essere ben visibile anche in profondità e attrarre quindi i totani. Generalmente si pesca lasciando andare la totanara in profondità, poi la si comincia a recuperare lentamente; l’azione va ripetuta fin quando si sente un notevole appesantimento della lenza, il cosiddetto “tocco” (…ha abboccato il totano!); a quel punto non bisognerà mollare, la lenza dovrà essere sempre in tensione e recuperata uniformemente, altrimenti il “bottino” andrà perso… cosa che – vi assicuro – ti fa dimenticare tutta la poesia del momento… e quando è in superficie deve essere tirato a bordo con un movimento deciso, pronti ad affrontare gli schizzi di acqua, mista a inchiostro, con cui il totano vi affronterà in un ultima disperata difesa.

Il sapore unico del totano è in gran parte costituito dalla sua pelle marroncino/violacea che non va mai tolta per cucinare

Il sapore unico del totano è in gran parte costituito dalla sua pelle marroncino/violacea che non va mai tolta per cucinare

Quando poi, a notte fonda, si torna in porto, comincia un altro spettacolo… un mondo fantastico fatto di storie di pescate bibliche, di grammi che diventano kili, di kili che diventano quintali, di mostri enormi pescati o persi… proprio, guarda caso, quando non ci sono testimoni a confermarlo, racconti che sono la ciliegina sulla torta di una divertente serata; mentre chi aspetta a casa, in cucina, già sa come preparare al meglio il totano, a seconda della grandezza, del peso e della quantità… i piccoli con un sughetto su uno spaghetto o una linguina, i medi con le patate o fritti per contorno, se poi ce n’è qualcuno bello grosso allora “la morte sua” è trasformarlo in un invitante totano ripieno… infine se il bottino è stato veramente abbondante, e i vicini e parenti a cui regalarne un po’ sono finiti, perché non conservarli sott’olio per un piatto di pesce “paesano” fuori stagione?

Concludo con un quesito… ma sareste sicuri, poi, seduti al ristorante davanti a un bel piatto profumato, di capire se vi hanno portato uno spaghetto ai totani o con i calamari???

  1 comment for “La pesca dei totani

  1. Franco B.
    18 febbraio 2016 at 21:20

    Avete dimenticato che i totani sono particolarmente buoni fatti arrostiti.Provate e mi saprete dire…

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