Sembra ovvio che ogni Comune abbia il suo stemma. Però dall’analisi di un questo simbolo si possono scoprire mille spunti storici e culturali di una comunità. Vediamo cosa viene fuori dai stemmi civici dei due comuni dell’Isola.
A partire dall’epoca medievale le comunità legate da similitudini culturali si riunivano in comuni, o più genericamente in città, villaggi, sobborghi e altri corpi civici. Come simbolo identificativo elaboravano stemmi araldici a testimonianza della loro autorità e per distinguersi da altri centri abitati. A sua volta lo Stato italiano, pur nelle differenze dei singoli, ha saputo sviluppare delle norme comuni per l’araldica civica. In particolare in Italia si è cercato di uniformare la sagoma dello scudo e differenziare i comuni dalle regioni o altri enti pubblici istituzionali con elementi all’esterno dello stemma. Per le città l’elemento distintivo è sicuramente la corona murale che è oggi il simbolo specifico dell’autorità di molte città.
Andiamo in rigoroso ordine alfabetico:
- Stemma del Comune di Anacapri
Lo stemma civico rappresenta una capra che sale su una scala a pioli, metafora dell’animale associato al nome dell’isola e della scala che è stata per secoli l’unico collegamento alla parte alta di Capri. (Ana = sopra in lingua greca + Capri).
Il simbolo è inserito in una forma detta scudo sannitico o scudo francese moderno. La forma è rettangolare con gli angoli inferiori arrotondati e una punta esterna al centro della base inferiore. Le proporzioni sono 8 moduli di altezza e 7 di larghezza.
Diciamo che questo è il tipo di scudo utilizzato per la maggior parte di Comuni italiani. La corona muraria sopra lo scudo è argentata come simbolo di Comune italiano.
Per D.P.C.M. del 1 dicembre 1953 questa è la descrizione ufficiale: di rosso, alla capra saliente su una scala posta su sbarra, il tutto al naturale e gli ornamenti esteriori sono da comune. La corona murale è d’argento per al qualifica di Comune.
Invece il Gonfalone: drappo di colore azzurro, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dello stemma civico, con l’iscrizione centrata in argento: Comune di Anacapri.
Le parti di metallo ed i cordoni sono argentati. L’asta verticale è ricoperta di velluto azzurro con bullette argentate poste a spirale.
Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento. - Stemma del Comune di Capri
Lo stemma di Capri invece ha subito una variazione nei secoli. L’attuale composizione raffigura il santo patrono di Capri almeno dal ‘600 in poi. Precendentemente lo stemma era l’Elce con la scritta “Caesaris praesentia floret”. La cosa fa riferimento a un racconto di Svetonio. Lo storico racconta che qundo l’imperatore Augusto arrivò sull’isola se ne innamorò facendola diventare patrimonio personale (patrimonium principis). Scelta felice in parte maturata a seguito di eventi natuali positivi. Ad esempio, nel 29 a.c. in occasione del suo primo sbarco sull’isola un vecchio elce rinverdì. Dopo più di un millennio, però, i Capresi ritennero giusto dedicare il proprio simbolo a un personaggio che più di Augusto aveva dato loro soddisfazione. Si trattava di quel San Costanzo che era diventato difensore dell’Isola dagli attacchi saraceni (come l’articolo relativo ben racconta). Ecco che l’effige del Santo, attorno al ‘600 prese il posto dell’elce nello stemma di Capri fino a oggi.
Una particolarità è la forma dello scudo detto secondo la terminologia araldica “polacco”. Lo scudo polacco, non molto comune, è caratterizzato dalla presenza di sette sporgenze, tre per ciascun lato e una al vertice inferiore. Presenta inoltre due rientranze per ciascun fianco. La corona muraria sopra lo scudo è dorata come simbolo di Città italiana.
Questa è la descrizione ufficiale nel D.P.R. del 28 gennaio 1938
D’argento, alla figura di San Costanzo, benedicente, vestito alla bizantina, con sopravveste di verde cupo ed aureola, avente nella mano sinistra un pastorale d’oro. La corona murale è dorata, come da definizione di città.
Gonfalone: drappo troncato di bianco e di verde
La stilizzazione dell’elce che rinverdì all’arrivo dell’imperatore Augusto a Capri costituiva lo stemma di Capri prima del ‘600
Le prime notizie risalgono alla fine del ‘500. Il Sud Italia era sotto la dominazione aragonese e nel 1492 Ferdinando e Isabella di Castiglia e Aragona avevano deciso di scommettere sull’impresa di un visionario genovese, Cristoforo Colombo, che insisteva di poter raggiungere le Indie trovando una via a est. Quattro anni dopo Federico I, re aragonese di Napoli, stabilì la parità tra Capri ed Anacapri, riconoscendo a quest’ultima le stesse franchigie ed immunità dell’altra. Da quel momento le amministrazioni e soprattutto le rendite furiono separate.
Ebbene per quanto, da secoli, le due comunità dell’Isola siano sempre state ben distinte e definite – con periodi di alterna pacifica convinvenza – incredibilmente, non si riesce a capire bene a quando risalga la costituzione giuridica del Comune di Anacapri

Durante il Regno delle due Sicilie l’isola di Capri era sottoposta alla giurisdizione del Principato di Citra, corrispondente grossomodo all’odierna provincia di Salerno
Si ringrazia il Centro Documentale dell’Isola di Capri, nella persona di Giuseppe Aprea per le preziosissime informazioni a riguardo.