Sembra di leggere un codice fiscale o un antico scioglilingua…e invece si tratta di tre termini simili ma diversi che fanno parte del grande panorama culturale del dialetto napoletano; chi non ha mai sentito parlare di nzert i agli, trezz e cipoll o strepp ell’uva?
Ma vediamole per ordine
La parola “strepp” o “streppa” (accrescitivo “streppone”) significa = raspo, grappolo di uva privo dei chicchi, gambo, fusto di fiori recisi o filamento fibroso che permette alle cozze di ancorarsi a un supporto e di moltiplicarsi fino a creare una specie di “grappolo”; la voce deriva etimologicamente dal latino stirps, trasformandosi in “sterp” – sterpone – con sostituzione della seconda e terza lettera – erp=rep – e raddoppiamento della p in pp. Il significato iniziale di stirpe, discendenza, si mantiene in maniera figurata nella rappresenztazione dei fusti di vegetali dai quali si diramano rami più piccoli e frutti (strepp e pummarola – fusto della pianta del pomodoro o strepp e uva – raspo del grappolo di uva -, o, in maniera più evidente, il temuto “streppone” delle cozze, incubo di chi è addetto, in cucina, alla pulizia di questo frutto di mare e che ne deve assolutamente privare ognuna singolarmente prima di metterle in pentola)
La seconda è la “nzerta“;
questo termine si riferisce a quelle composizioni molto caratteristiche presenti una volta in tutte le cucine e adesso principalmente all’entrata di qualche cantina o negozio caratteristico di frutta a e verdura; in genere si tratta di composizioni fatte con aglio, cipolle o peperoncini piccanti; in maniera approssimativa di potrebbero definire delle trecce, ma non è questo il termine giusto, perchè la parola “nzerta” deriva dal latino sirtum, che letteralmente significa corona intrecciata. Quindi più che una treccia dobbiamo immaginarci la “nzerta” come qualcosa di più vicino a una corona di alloro o di mirto con tute le simbologie che ne derivano dal mondo classico, poi il come e il perchè il mirto e l’alloro di atleti e poeti siano stati sostituiti da aglio e cipolla è tutto da scoprire….
Infine rimane la trezza;
per questa parola la derivazione sembrerebbe a un primo sguardo molto più semplice (la treccia italiana), ma in realtà l’etimologia è ambigua (greco “tricha” (in tre) o latino tricae (viluppo, intrigo), trinus (di tre) o trix (capello). Certo è che la “trezza” napoletana fa riferimento a tutto ciò che un insieme di filamenti (capelli e non…) quindi il dubbio resta